Più selfie, meno privacy.
Più selfie, meno privacy.
L’epoca del “protagonismo” e della “condivisione” sul web, pare sia più proiettata verso la ricerca di consensi e meno attenta alla privacy, dando molto più valore a foto e messaggi senza preoccuparsi delle conseguenze di non proteggerli dagli occhi indiscreti di chi potrebbe farne un uso poco gradito.
Stando a quanto emerge da una ricerca condotta da Doxa per Kaspersky Lab Italia, un italiano uno su tre non presta attenzione alla privacy.
L’indagine rileva che Il 36% degli italiani fa attenzione a non comparire nei selfie di amici e parenti, mentre il 49% verifica di non riprendere altre persone mentre se li fa, Il 33%, invece non si cura di nessuno dei due aspetti.
Le conseguenze non vanno tuttavia sottovalutate, infatti secondo le testimonianze raccolte, un intervistato su cinque ha raccontato di aver litigato a causa di una foto taggata sui social, il 13% anche più di una volta, Il 17% ha ammesso di essersi fatto scoprire dove non doveva essere proprio a causa del tag in una foto, cifra che arriva al 37% fra i giovani nella fascia 18-24 anni.
Oltre a questi dati possiamo inoltre dire che “la riservatezza non va mai in vacanza”, tanto che due italiani su tre fanno sapere a tutti, attraverso i social, dove vanno, utilizzando spesso anche la geolocalizzazione.
In molti non ci pensano, ma il rischio è decisamente alto. Secondo Kaspersky Lab tutto ciò è pane per i denti di chi si “diletta” a criptare i contenuti presenti sui dispositivi, rendendoli inutilizzabili fino al pagamento di un riscatto.
La cifra chiesta è in media di 300 dollari (269 euro), ma un sondaggio rivela che gli utenti sarebbero disposti a sborsare più del doppio.