Logo: in che modo influenza il consumatore
Logo: in che modo influenza il consumatore
Nel precedente articolo vi abbiamo parlato di quanto sia importante la progettazione del logo e di quanto conti per la reputazione di un’azienda, rappresentandone il “volto”.
Abbiamo parlato di come un logo può essere percepito dal consumatore e di come questo può “leggerlo” anche in base a ricordi o esperienze pregresse. Oggi con quest articolo vi spiegheremo quanto Il logo sia in grado di influire anche sul comportamento dei consumatori.
L’essere umano, infatti, ha la tendenza a collegare emozioni positive a marchi che piacciono e con cui ha già avuto esperienza, mentre brand sconosciuti possono attivare parti del cervello associate ad emozioni negative.
Alcune di queste aree sono legate a sentimenti di auto-conoscenza e a memoria autobiografica. L’essere umano tende dunque a collegare i brand a differenti aspetti della propria identità personale; come se essi avessero un impatto sulla costruzione identitaria tramite affermazioni come “Io mi identifico con il brand Apple”.
A tal proposito sono stati condotti diversi studi ed esperimenti. Un esempio è l’esperimento di ISMAI e Università Tecnica di Lisbona il quale si è svolto presentando ad un gruppo di persone un insieme di loghi, alcuni veri, altri fittizi.
Attraverso una risonanza magnetica è stata monitorata la risposta del cervello ai differenti loghi e si è arrivati alla conclusione che quelli di marchi veri, attivavano aree del cervello associate alla memoria e al significato, mentre i loghi di marchi fittizi no.
Un’altra ricerca condotta invece dall’Università Leuphana di Lüneburg, ha dimostrato che i marchi vengono percepiti attraverso gli stessi meccanismi psicologici che consentono il riconoscimento dei volti. In particolare, lo studio afferma che sia nella percezione di volti che di marchi, l’individuo tiene conto di due dimensioni: il giudizio generale e la percezione di forza/potere.
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